“La mamma è la vita. Attraverso di lei siamo arrivati al mondo, seguendo le sue orme lo lasceremo. La mamma è il centro dell’universo, il nucleo di molti dei problemi che ha un essere umano, il fondamento della civiltà, del successo e dell’insuccesso, della malattia. Il rapporto più difficile da integrare e onorare; la distanza più lunga da attraversare”.
estratto da “Io sono D’Oro” di Gabriele Policardo
L’etimologia della parola madre è da ricondursi al sanscrito; infatti, anche se alcuni collegano questo termine alla facilità di pronuncia della lettera M per i bambini, essa è riconducibile alla radice sanscrita ma- con il significato primario di misurare, preparare, formare.
Il rapporto con una madre è tra quelli che insegnano “come stare al mondo” e come comportarsi nelle proprie relazioni.
Durante l’infanzia, i bambini dipendono principalmente dai loro genitori, specialmente dalle madri, per le loro esigenze fisiche e la sicurezza. Se questa dinamica fondamentale tra madre e figlio viene interrotta o alterata, può avere un impatto duraturo sul benessere complessivo del bambino e sulla sua capacità di formare relazioni significative.
Nella teoria degli Ordini dell’Amore di Bert Hellinger viene descritto come un genitore, essendo più grande dei figli, abbia precedenza rispetto ad essi. Essi, inoltre, dovrebbero ricevere con gratitudine senza giudizi o lamentele.
Molto spesso però il comportamento di un figlio nei confronti del genitore, e specificatamente verso la madre, rischia di essere squilibrato e presuntuoso, con atteggiamenti che sembrano opposti a quelli naturali: un figlio che si sente più grande della madre o che reclama amore aspettando che questo gli arrivi, senza fare lui un movimento verso di lei (che invece essendo più “grande” ha una precedenza sistemica).
“Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo. Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno. Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita. Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita, rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto”
Madre Teresa di Calcutta
Citando un breve passaggio estratto dalla tesi di Laurea di Dominique Pagliuca: “Non tutte le gravidanze sono solamente fisiche, non tutti i cordoni ombelicali sono fatti di sangue e materia: quelli eterici, fatti di emozioni e di energia, sono i più dolorosi da recidere. Tagliare il cordone ombelicale immaginario che lega madre e figlio ben oltre il momento del parto, non significa separarsi dall’Altro, vuol dire non dipendere dall’Altro; recidere il cordone ombelicale non significa non amare l’Altro, vuol dire scegliere, avere la percezione di amarsi e quindi amare l’Altro in modo libero; tagliare il cordone ombelicale fisico con il proprio figlio vuol dire dargli autonomia. Significa che da quel momento gli regali la vita, la sua. Tagliare il cordone ombelicale mentale con i genitori, vuol dire darsi la possibilità di diventare quello cui siamo destinati”.